ZF 8HP (2009): non solo più marce – Nella continua ricerca di una migliore efficienza dal punto di vista dei consumi e delle emissioni, ZF introduce quello che per lei è il risultato finale, il cambio automatico 8HP. Questa unità, caratterizzata da 2 rapporti in più rispetto al precedente 6HP, doveva risolvere l’arcano problema di far funzionare i moderni motori a iniezione diretta (sia benzina che diesel) in un intervallo molto stretto della curva caratteristica in modo da garantirne un funzionamento ottimale ed un’efficienza massima. Gli ingegneri tedeschi riuscirono, inoltre, a mantenere le stesse dimensioni di ingombro e lo stesso numero complessivo di componenti del predecessore nonostante l’inserimento di due ulteriori rapporti. Ciò fu possibile grazie all’utilizzo di quattro treni di ingranaggi e cinque elementi di innesto ma anche grazie al sistema modulare flessibile che permise, nello specifico, una riduzione del peso, l’utilizzo del 50% di pezzi identici per tutte le varianti e l’inserimento di varianti ibride e per trazione integrale.
Dal punto di vista elettronico, l’8HP ha subito un’attenta calibrazione del software di gestione così da consentire punti di cambiata precisi e stabiliti in base alle diverse aree di mercato, agli stili di guida degli automobilisti del luogo ed ai cicli di omologazione. Le partenze avvengono nel più totale comfort mentre la frizione sul convertitore di coppia si chiude, a partire dai 15 km/h, per ridurre a zero possibili fastidiosi slittamenti. Sotto l’aspetto prestazionale il salto di qualità è enorme, infatti le tempistiche di cambiata calano fino a 4 decimi in modalità normale e addirittura fino a 2 decimi di secondo in modalità sport. Un valore che, ci spiegano i tecnici, non avrebbe senso ridurre perché l’uomo non riesce a percepire la differenza sotto questa soglia. Persino il regime di coppia massima ammessa cresce arrivando a gestire un range compreso tra i 300 Nm ed i 1.000 Nm.
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