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Eni Diesel +

Eni Diesel +: l’azienda multinazionale italiana ha introdotto nelle Eni Station il nuovo diesel premium. Stiamo parlando dell’ Eni Diesel + che, grazie ad una componente rinnovabile completamente idrocarburica pari al 15%, va a sostituire il precedente Eni Blu Diesel + promettendo minori consumi, più potenza, più cura per il motore e maggiore attenzione per l’ambiente. Vediamo insieme nel dettaglio di cosa si tratta.

Che voi siate estimatori o meno del carburante meno pregiato, o meno raffinato che dir si voglia, non si può negare che nell’ultimo periodo il diesel non sia visto di buon occhio dalla maggioranza delle persone. Un po’ a causa del continuo aumento dell’inquinamento nelle nostre città, un po’ a causa di alcune scelte non proprio popolari intraprese da alcune Case automobilistiche (vedi Dieselgate), il diesel e tutto il parco auto circolante sono stati presi come capri espiatori, a mio modesto parere ingiustamente, per una situazione ambientale non poi così felice che deve essere di certo risolta. Ed è proprio in questa atmosfera che, come una manna dal cielo, Eni ha presentato il suo Eni Diesel +, un gasolio premium ottenuto da una componente rinnovabile completamente idrocarburica.

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Normative

La sempre maggiore attenzione per l’ambiente e le sempre più stringenti normative europee, in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, hanno portato ad una intensa ricerca sui biocarburanti per permettere di additivare i carburanti normali con una percentuale  sempre maggiore di componenti da fonti rinnovabili. Allo stato attuale i biocarburanti tradizionali sono regolamentati dalla normativa EN590 che stabilisce il tenore massimo di componente rinnovabile additivabile al carburante normale. Nel caso della benzina si può miscelare fino ad un 10% di Bio-etanolo mentre nel caso del diesel non bisogna superare il 7% di Biodiesel miscelato.

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Il problema di queste limitazioni consiste nel fatto che suddette componenti rinnovabili presentano alcune problematiche qualitative che ne impediscono un utilizzo maggiore (blending wall). Tali problematiche portano ad una scarsa stabilità chimica del gasolio stesso, ad un basso contenuto energetico, ad una maggiore contaminazione batterica con conseguente intasamento dei filtri e ad una maggiore diluizione dell’olio lubrificante.

Cambiamento

Per poter soddisfare la sempre maggiore richiesta di un biocarburante di elevata qualità l’Eni nel 2006 dà il via ad un importante progetto di ricerca. All’interno dei laboratori di ricerca di San Donato Milanese la collaborazione tra Eni e Honeywell UOP ha portato alla luce un’innovativa tecnologia, denominata Ecofining, capace di ottenere una componente rinnovabile completamente idrocarburica grazie all’utilizzo dell’Idrogeno puro in luogo del classico Metanolo utilizzato nella produzione dei biodiesel tradizionali. Ci teniamo a sottolineare che l’azienda petrolifera italiana ha intrapreso questa nuova avventura in un periodo non di certo florido per le raffinerie in Europa. Infatti, dal 2009 ben 15 raffinerie sono state chiuse a causa di una minore domanda di carburanti, di una maggiore competizione da parte di altri mercati, di vincoli ambientali e normativi sempre più stringenti, di uno sbilanciamento del mix produttivo e di una economia di scala spostata verso i Paesi Emergenti.

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Ma non solo, in questo scenario poco rassicurante Eni, credendo nel suo progetto, ha realizzato nel 2014 a Venezia la prima conversione al mondo di una raffineria petrolifera in una bioraffineria (investimento di 180 milioni). Proprio questa bioraffineria di Venezia è la sede dove oggi, grazie all’innovativa tecnologia Ecofining, viene prodotto il Green Diesel cioè la nuova componente rinnovabile completamente idrocarburica e paraffinica. L’azienda italiana ci ha confermato, inoltre, il progetto di avvio nel 2018 della seconda bioraffineria in quel di Gela per poter fronteggiare la sempre crescente domanda di biocarburanti.

New Technology

Vediamo insieme in cosa consiste la nuova tecnologia Ecofining sviluppata da Eni. Il metodo di produzione del Biodiesel tradizionale prevede un processo di Transesterificazione degli Oli vegetali dove una parte di Olio vegetale (Trigliceride) viene addizionato al Metanolo per formare il Biodiesel e la Glicerina. Il Biodiesel è un prodotto con scarsa stabilità chimica; favorisce la contaminazione batterica e il conseguente intasamento dei filtri a causa della presenza nella molecola di ossigeno e della conseguente elevata affinità nei confronti dell’acqua; ha un basso contenuto energetico e produce il fenomeno della diluizione dell’olio lubrificante, avendo caratteristiche chimico-fisiche differenti da quelle degli idrocarburi che costituiscono il gasolio. Il biodiesel, pertanto, non essendo un componente completamente idrocarburico può presentare, ad alte concentrazioni, problemi di compatibilità con la matrice fossile a cui viene additivato. Per tutti questi motivi può essere miscelato con gasolio classico in quantità non superiore al 7% (blending wall).

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L’innovativo metodo Ecofining di produzione del Green Diesel prevede, invece, un nuovo processo di idrogenazione degli Oli vegetali (HVO = Hydrotreated Vegetable Oil) in cui una parte di Olio vegetale (Trigliceride) viene addizionato con un gas ricco di Idrogeno (H2) per formare Green Diesel + Acqua. In sostanza il metodo Ecofining è un processo Stand Alone a due stadi (idrodeossigenazione + isomerizzazione) che, utilizzando l’Idrogeno al posto del Metanolo, consente di rimuovere completamente l’Ossigeno presente negli Oli vegetali di partenza e di ottenere un prodotto idrocarburico privo di ossigeno perfettamente compatibile con il diesel fossile.

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Il Green Diesel, costituito soltanto da paraffine e isoparaffine  pure, ha un’ottima stabilità chimica ed è totalmente compatibile con il diesel fossile al punto da poter essere additivato fino ad oltre il 30% (limite legato alle caratteristiche di densità imposte dalla norma EN590); è composto da molecole apolari ed è quindi idrorepellente così da evitare la contaminazione batterica ed il conseguente intasamento dei filtri; grazie agli atomi di idrogeno possiede un alto numero di cetano (il parametro che misura l’accendibilità del combustibile) e un maggiore potere calorifico che assicurano una migliore combustione, una migliore fluidità di marcia, una migliore efficienza, migliori partenze a freddo e un effetto benefico sui consumi di carburante.

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L’Eni Diesel +, formulato con questa innovativa componente rinnovabile, prima della sua commercializzazione, è stato testato sia all’Istituto Motori di Napoli (CNR), con prove al banco, che nei laboratori di ricerca di San Donato Milanese, con prove emissive su motori Euro 4, Euro 5 ed Euro 6, ottenendo ottimi risultati in tutti i campi di impiego. Come abbiamo precedentemente precisato, il Green Diesel viene interamente prodotto nella bioraffineria di Venezia e da qui viene distribuito alle classiche raffinerie per essere miscelato al gasolio classico così da ottenere l’Eni Diesel +. Dai risultati dei test svolti in laboratorio si evince che il nuovo Eni Diesel + non solo riduce i consumi di carburante fino al 4%, ma abbassa le emissioni di CO2 del 5%, abbatte quelle di CO e HC del 40% e contiene del 20% le emissioni di Particolato (misurato a monte dei filtri). Altro aspetto importante è la riduzione di rumorosità  di ben 2 decibel grazie alla migliore combustione in camera di scoppio garantita dall’elevato numero di Cetano. In ultimo, ma non meno importante, come tutti i gasoli normali, il diesel premium di Eni contiene un additivo detergente che aiuta a mantenere puliti gli iniettori allungando la vita utile del vostro motore.

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Il nuovo gasolio premium è in commercio dal 18 gennaio 2016 ed è stato distribuito in oltre 3500 eni Station sparse sul territorio nazionale ad eccezione della Sardegna e delle località montane dove è possibile trovare ancora l’Eni Blu Diesel +. Il prezzo al pubblico è il medesimo del precedente Eni Blu Diesel +, cioè circa l’8% in più del diesel ordinario. Tuttavia  questa differenza di prezzo è compensata dai notevoli vantaggi sulle prestazioni del motore e dai benefici legati ad un minor impatto inquinante sull’ambiente, dal suo ciclo produttivo fino al suo utilizzo.

Archivio foto: Eni

Author

Matteo Di Lallo

http://www.matteodilallo.tech
Laureato in Ingegneria Meccanica e forte appassionato di motori, ho collaborato con alcune realtà del mondo dell'editoria automotive (Autotecnica, Trasporto Commerciale, Giornale del Meccanico, La Mia Auto, Omniauto, Quattroruote, Motori Agricoli, Evo Italia ed Automobilismo) presso le quali svolgevo il ruolo di test driver di vetture definitive. In seguito mi sono occupato dello sviluppo e del collaudo di vetture prototipali e muletti ad alte prestazioni (Alfa Romeo e Maserati) per conto di CSI Automotive Spa presso il Proving Ground di Balocco. Attualmente svolgo l'incarico di Ingegnere di Produzione sugli aerei militari F-35 per conto di Leonardo Aircraft presso lo stabilimento/aeroporto militare di Cameri (Novara).

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